Il telefono che squilla in continuazione, qualcuno bussa alla porta e i colleghi che ti interrompono, procedure troppo complesse, fare troppe cose contemporaneamente sistemi che non funzionano come dovrebbero e altro ancora.

Quanti ostacoli esistono tra te ed una giornata realmente produttiva?

Il dibattito sull’incentivazione della produttività è sempre molto acceso, ma nonostante tutte le parole spese, sono spesso problematiche piccole e di facile soluzione a condizionare il modo in cui lavoriamo.

Una ricerca che arriva dall’Inghilterra (CIPD, Employee Outlook Survey) ci racconta che regole e procedure superflue sono in cima alla lista di ciò che ci impedisce di lavorare al meglio. Serve anche avere risorse giuste, una cultura alla flessibilità.

Anche la mancanza delle giuste risorse è un problema tra i più lamentati, così come le policy aziendali troppo complesse che frenano la creatività.

È sorprendente scoprire quante aziende abbiano processi ancora basati su moduli cartacei per gestire comunicazione tra i reparti e anche le ferie annuali, quando la tecnologia fornisce un metodo senza dubbio più semplice, rapido e sicuro.

Nelle aziende dove esiste la figura del responsabile delle risorse umane sono state individuate 5 parole che questo responsabile deve sempre tenere in considerazione

Vediamole nel dettaglio:

– Risorse adeguate

Avere sempre gli strumenti giusti da usare nel modo giusto, altrimenti non farai un buon lavoro.

Fai diventare questa frase una specie di mantra. Se esistono equipaggiamenti vecchi e obsoleti le persone che dovrebbero utilizzarli soffrono, e magari arriva nervosismo e frustrazione, perchè non posso dimostrare le loro capacità.

Se la tecnologia fornita è complessa da utilizzare e non porta al risultato sperato, le persone non la useranno, o nell’usarla sprecheranno tempo prezioso. Non puoi aspettarti che ottengano buoni risultati entro le scadenze stabilite se non gli metti a disposizione le risorse necessarie.

– Ruoli, competenze e compiti.

Le persone crescono con i compiti, non con gli ordini. Da una ricerca si evince che gli individui sono desiderosi di eseguire attività interessanti, che consentano loro di prendere delle decisioni e mostrare le proprie competenze, e di ottenere un riconoscimento. Tra coloro che dichiarano di sentirsi poco partecipi, e/o poco considerati all’interno della vita della loro organizzazione, quasi la metà ha la percezione di essere più qualificato rispetto al lavoro che svolge. Il dato di fatto e che questa situazione è esplosa in seguito alla crisi economica degli ultimi anni, e cioè che molte persone pur di lavorare, accettavano ruoli ben al di sotto delle loro qualifiche. Bisogna chiedersi se nella tua azienda o nella tua organizzazione le persone lavorano sfruttando il loro potenziale, e domandalo anche ai tuoi dipendenti.

– Supporto tecnologico

Tutti sappiamo che la tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, tanto che ormai esistono sistemi per gestire qualunque attività, alla portata anche delle aziende più piccole. È importante fare in modo che siano proprio queste tecnologie a fare lo sforzo di svolgere tutte le attività più noiose e monotone, catalogare report, e gestire le performance per capire se vi siano mancanze di competenze e se tutte le risorse siano sfruttate in modo corretto.

– Barriere

Strutture troppo rigide o gerarchiche oppure organizzazioni a compartimenti stagni che sicuramente non incentivano la produttività. A volte accade che un settore aziendale che punta a far bene ed a dimostrare la propria importanza, rischia di mettersi facilmente in lotta con altri se serve ad accaparrarsi risorse. Incentiviamo le persone a collegarsi tra loro, creano nuove sinergie tra colleghi, rendendo più accessibili le informazioni ed incoraggiando un approccio più collaborativo, che è la chiave per la produttività.

– Flessibilità

Lavoriamo in una società globale, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma molte organizzazioni sono ancora bloccate nella mentalità dei classici orari dal lunedì al venerdì perché non sono riuscite a riconoscere i benefici di una maggiore flessibilità lavorativa.

Come già scritto nel mio articolo “work life balance” è ormai riconosciuto che un buon equilibrio lavoro/vita privata è fondamentale per il benessere di ciascuno ed ha un’influenza notevole sulla produttività individuale.

Se ci pensate, ci sono delle buone ragioni per questo approccio al lavoro così rigido o semplicemente è il modo in cui si è sempre fatto e quindi è difficile cambiarlo?

Contatti

GIANLUCA BUCCI


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drgianlucabucci@gmail.com

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