Durante una sessione di team coaching per start up, un’azienda stava eseguendo un esercizio per stabilire e controllare la pianificazione dell’obiettivo e della loro mission aziendale. Tra le domande anche le seguenti:

• Come posso rendere sostenibile nel tempo il mio obiettivo?

• Come posso restare sul focus per la realizzazione del mio obiettivo?

• Come avere la certezza di averlo ben definito?

E se la domanda la rivolgessi a te stesso, un pò come se fossi un’azienda come ti risponderesti?

Ti lascio un passaggio del mio libro “Come imparare dai tuoi errori e avere successo”.

… la gestione del tempo è un’attività che pratichiamo fin da piccoli, prima di entrare nel mondo del lavoro. Si tratta più di una questione culturale che di tecnica, e anche le nostre abitudini impediscono la gestione ottimale di questa risorsa.

La cosiddetta legge di Parkinson per il time management (descritta nell’omonimo libro di Cyril N. Parkinson, Ndr) sostiene che, dato un tempo a disposizione, esso sarà impiegato per intero nel terminare una certa attività. Se avremo quindi poco tempo lo useremo tutto, se ne avremo molto… lo useremo tutto ugualmente.

E non c’è niente di più vero, capita a tutti. Se hai a disposizione un giorno per scrivere un progetto, impieghi un giorno; se i giorni a disposizione sono tre, rischi di usarli tutti e tre e con gran fatica.

Se ti mostrassi il mio libretto universitario, scopriresti che ho sostenuto oltre il 50% degli esami negli ultimi 18 mesi. In 18 mesi diedi lo stesso numero di esami che avevo fatto nei tre anni precedenti. E sai perché? Perché era sopraggiunto un fattore emotivo, ma quale? Tutti i miei compagni di corso stavano per laurearsi e io rischiavo di restare indietro! Questo mi spinse a rivedere i tempi di realizzazione dei miei obiettivi. In quell’occasione il fattore emotivo mi aiutò a gestire meglio i tempi e quindi imparai a dire di no senza sentirmi in colpa!

Sul come stabilire obiettivi non solo in modo razionale, ma anche emotivo ne parleremo in seguito

Il principio da adottare nella pianificazione e nell’organizzazione è partire dall’alto e avere una visione globale (una strategia), per poi scendere nel dettaglio delle attività più strettamente operative.

Strategie: dividi il tuo tempo in azioni!

Descrivi adesso almeno tre macroazioni strategiche, che poi dividerai in azioni tattiche. Ricorda, come esempio, che creare una mailing list di 1.000 nomi entro sei mesi è un’azione strategica, mentre creare dieci contatti a settimana è un’azione tattica. Descrivi azioni pratiche, non teoriche!

Lavora sull’obiettivo, e completa scopo e pianificazione sia strategica sia tattica.

Segui lo schema:

LE MIE TRE AZIONI STRATEGICHE PER L’OBIETTIVO

• Obiettivo (stabilisci una data ______)

• Quale azione 1 è strategica per il raggiungimento di questo 
obiettivo?

• Entro quale data voglio mettere in atto l’azione 1?

• 
Quale azione 2 è strategica per il raggiungimento di questo obiettivo?

• Entro quale data voglio mettere in atto l’azione 2?

• Quale azione 3 è strategica per il raggiungimento di questo obiettivo?

• Entro quale data voglio mettere in atto l’azione?

Complimenti!

Hai definito le tue azioni strategiche. Definisci bene l’obiettivo e ritornaci sopra più volte se vuoi, devono convincerti al 100%.

Ricorda che stai pianificando i tuoi prossimi 6, 12 mesi di vita. Se fisserai una data da oggi a un anno e poi troverai che la pianificazione fatta non ti convince, potrai subito ridefinire meglio le tue azioni strategiche.

Fallo bene adesso, perché tra un anno non potrai tornare a oggi!

Non possiamo andare indietro e cambiare il passato, ma possiamo andare avanti e scrivere il futuro.
Bene, ci siamo! Se fino a ora hai scritto non solo con la tua matita, ma anche con la testa e con il cuore.

Contatti

GIANLUCA BUCCI


3933313831


drgianlucabucci@gmail.com

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